Oggi il Giardino delle Zucche di Pignataro Maggiore chiude i cancelli fino a settembre 2026, e anche se lo sappiamo da tempo, l’idea lascia addosso quella lieve malinconia che arriva sempre quando finisce qualcosa che amiamo. Ci siamo stati il 19 ottobre, per la quinta volta dal 2021 quando i nostri ragazzi erano piccoli, e ormai è una tradizione che non vogliamo perdere: ogni anno, in autunno, torniamo in questo luogo che sa di festa, di famiglia e di calore, dove anche noi adulti finiamo per divertirci come bambini.
Ogni edizione porta con sé qualcosa di nuovo: una scenografia diversa, un angolo inedito dove fermarsi per una foto, un dettaglio in più che racconta quanto il giardino sia cresciuto nel tempo. Non si è mai adagiato sulla routine del successo, ma ha continuato a migliorarsi, a reinventarsi, ad aggiungere tocchi di magia che lo rendono ogni anno più bello. Ricordo ancora le prime volte, quando tutto ci sembrava già perfetto, e poi la sorpresa di scoprire che qualcosa era cambiato, che c’era un nuovo scorcio, un giardino pieno di zucche che diventava ogni volta più curato e suggestivo, dettagli sempre più belli, fino a trasformarsi in un percorso scenografico capace di stupire tutti, grandi e piccoli.
La storia di questo posto, nata dall’intuizione di Emily Turino, ha qualcosa di poetico. Con origini italo-americane e un’infanzia trascorsa nel Connecticut, Emily ha portato in Italia il fascino dei pumpkin patch del New England, dove l’autunno è una stagione da celebrare, fatta di colori, profumi e zucche da intagliare. È riuscita a trasformare quella tradizione americana in un’esperienza tutta nostra, che profuma di casa, con l’atmosfera delle feste di campagna e la cura di chi mette amore in ogni dettaglio.
Anche quest’anno abbiamo scelto le nostre zucche, le abbiamo pulite, svuotate e intagliate, mentre i ragazzi si concentravano a creare facce buffe o spaventose, come se stessero dando vita a piccoli capolavori d’autunno. E noi, lì accanto, tra un sorriso e una foto, ci siamo accorti di quanto questa giornata sia diventata un appuntamento del cuore: lo stesso entusiasmo, lo stesso divertimento, ma ogni volta con qualcosa di diverso. Non serve altro per capire perché ci torniamo ogni anno.
E così, oggi, mentre il Giardino si prepara a chiudere i cancelli fino al prossimo settembre, noi lo salutiamo come si fa con un vecchio amico: con la certezza che torneremo. Perché questo è ormai un piccolo rito di famiglia che segna l’arrivo dell’autunno, un modo per fermarsi un attimo e ricordarsi che certe tradizioni sono fatte per restare. Ci rivediamo tra le zucche, a settembre 2026.

