A volte le passioni nascono in sordina, senza clamore, quasi senza che ce ne accorgiamo. Qualche anno fa ho iniziato ad appassionarmi ai podcast, immergendomi nelle voci di chi sapeva raccontare storie con un’intensità che sembrava quasi tangibile. Un podcast è un contenuto audio che si può ascoltare ovunque e in qualsiasi momento, una sorta di radio on demand che permette di esplorare argomenti, storie e approfondimenti con il solo potere della voce. Tra i miei riferimenti assoluti ci sono sempre stati Stefano Nazzi e Pablo Trincia, narratori incredibili, capaci di tenerti incollato alle cuffie come se ogni parola fosse un tassello di un quadro più grande. Ascoltarli era diventato un appuntamento fisso, una di quelle abitudini che non si abbandonano facilmente.
Eppure, nonostante questa passione crescente, l’idea di fare un podcast tutto mio restava un pensiero latente, qualcosa che sfiorava la mente senza mai concretizzarsi. Poi è arrivato quel segnale. Un giorno, quasi per caso, mi sono imbattuta in un annuncio di Giada Pari, podcast coach e producer, che parlava di una masterclass gratuita sulla creazione di podcast. Era un’opportunità che sembrava fatta apposta per me. Ho seguito l’evento, e mentre ascoltavo, ogni pezzo del puzzle sembrava andare al proprio posto. Non era solo un’idea vaga, era un progetto che meritava di essere realizzato. Così ho deciso di lanciarmi e ho iniziato a formarmi seriamente con la sua Academy.
E poi, un giorno, ho avuto la fortuna di incontrare Pablo Trincia. L’Academy era già iniziata, e per me è stato uno degli incontri più emozionanti della mia vita. Sentirmi quasi una sua collega, dopo anni passati ad ascoltarlo, è stata un’emozione difficile da descrivere.
Il periodo dell’Academy, però, è stato caratterizzato anche da un evento molto triste della mia vita. Lavorare al podcast mi ha dato lo stimolo per andare avanti, mi ha tenuta occupata, mi ha dato un obiettivo su cui concentrare tutte le mie energie. Non è stato solo un corso, è stato un’ancora. Ho messo nelle puntate tutto l’impegno possibile, l’anima, il cuore. Ho passato le notti a scrivere e ogni momento libero a registrare e montare, cercando di rendere ogni episodio il migliore possibile.
Il tema? Non ho mai avuto dubbi. Le serie TV fanno parte della mia vita da sempre, sin da quando ero bambina. Il fascino delle storie raccontate sullo schermo, i personaggi che diventano quasi compagni di viaggio, i dettagli nascosti dietro la macchina da presa: era tutto lì, pronto per essere trasformato in qualcosa di mio. Nel mio podcast non racconto solo trame e curiosità, ma cerco di riportarti indietro nel tempo, di farti rivivere la magia di quelle serie che hanno segnato epoche e generazioni. Parlo delle storie dentro e fuori dallo schermo, degli aneddoti dietro le quinte, delle influenze culturali che hanno reso certi show degli autentici fenomeni.
Guardando indietro, tutto sembra aver avuto un senso. Le ore passate a divorare episodi, l’ammirazione per chi sa raccontare storie con la voce, l’annuncio apparso quasi per magia e poi quell’incontro con chi mi ha ispirata. A volte basta un segnale, una coincidenza troppo perfetta per essere ignorata. Il mio podcast è nato così, da una passione, da un’ispirazione e da quella scintilla che, quando arriva, non puoi proprio lasciarti sfuggire. E ora che finalmente è uscito, mi sento orgogliosa per il lavoro fatto. Ogni notte insonne, ogni registrazione ripetuta mille volte, ogni secondo passato a curare ogni dettaglio è valso la pena.